QUANDO IL TEATRO DIVENTA MOTIVO DI CONVERSIONE

Intervista ad Andrea Carabelli

5/28/2023

"Il vero teatro è la profondità dell'anima che cerca... già questo, è un atteggiamento religioso"

Andrea Carabelli

A seguito dell’ultimo spettacolo “Matteo, ragioniere di Dio e in vista del prossimo, “I due di Emmaus”, che si terrà il 3 giugno alle 21.00, presso l’auditorium di Noventa Padovana, vi condividiamo alcune domande a cui Andrea ha risposto, rendendoci parte della sua personale esperienza e “missione” come testimone di Gesù nel suo lavoro.

Cosa significa per te avere una conversione quotidiana? Da cosa ti lasci colpire nella vita di tutti i giorni?

“Una premessa indispensabile è che, quando interpreti un personaggio, ti confronti, ti immedesimi nella sua vita ma sai che non potrai mai coincidere totalmente con lui. Durante lo spettacolo, tutto sembra chiaro, evidente, netto ma quando finisce, torni ad essere quello che sei. Scopro di vivere una doppia avventura: da una parte sento di vivere un momento di grande grazia ma poi tutto ciò, desidero traslarlo nella mia avventura quotidiana e non è facile.

Nella vita di tutti i giorni, non c’è un copione, non c’è qualcosa di chiaro, ma ciò che è certo, è che il Signore ci vuole uomini veri, non schiavi, uomini che aderiscono alla sua proposta.

Per me, il teatro, la mia vita è questo rischio: sapere di avere dei momenti in cui mi sembra di avere Gesù accanto e altri in cui devo cercarLo. Il quotidiano ha più bisogno di cercarLo e riconoscerLo. In palcoscenico la vita è sintetica, è essenziale, ma nella nostra vita, la quotidianità ha i dettagli ed è proprio su questi piccoli particolari che si gioca la nostra libertà.”

Da cosa è nata la tua vocazione al teatro sacro?

“Questa vocazione è nata da sé! Dalla mia storia personale e dalle circostanze esterne che sono andate a crearsi. Non sono mai andato a cercare nulla, ogni spettacolo è nato da un incontro. In tutti gli spettacoli veri, autentici, c’è la profondità di un’anima che cerca, ed è questo, ciò che a me interessa. Il vero teatro è la profondità dell’anima che cerca, e già questo è un atteggiamento religioso.

Gesù ti cerca sempre e ti desidera con Sé, sia che arrivi in un modo diretto, sia da un’altra strada, ma è quello il cammino. Nel tempo, questo mi è diventato sempre più chiaro, e per ciascuno arriva il momento in cui senti che ti sta chiamando a qualcosa di più, ti sta chiamando per dare un nome a questa profondità di cui sei fatto.”

Hai avuto paura di iniziare questo percorso a cui stavi venendo chiamato oppure come Matteo hai lasciato tutto e hai iniziato a dire SÌ alla tua chiamata?

“Il Signore ci sta già chiamando e siamo noi che facciamo finta di nulla o non lo sentiamo. Tutta la vita è una chiamata di Dio. Nel tempo impari a sentirlo di più, ma non in chissà quali aspetti mistici che bisogna raggiungere, ma nelle semplici sfaccettature della propria giornata.”

Hai in mente un momento in particolare in cui hai avuto la conferma che quella era la tua strada?

“Non c’è stato un momento preciso ma tanti momenti. Ovviamente mi sono chiesto: come faccio ad avere la certezza che sia la strada giusta? Cosa succede quando la trovo e mi incammino? La strada è sempre un cammino già in atto, non è un aspetto e poi parto. Ho avuto dei momenti in cui mi si chiariva che quella era la strada giusta, ma stavo già camminando. Dio non ci chiama con una voce fuori campo, Lui desidera parlarci dentro le azioni quotidiane, i rapporti di chi ci sta vicino.

Nei momenti in cui più sono riuscito a cogliere che era Lui ad aiutarmi nella mia strada, sono stati, e sono tutt’ora, i momenti in cui più sono cresciuto nella mia professionalità”

Ci sono dei momenti in cui riesci a riconoscere in modo concreto la presenza di Gesù nel lavoro che fai?

“Se qualcuno dovesse guardare il mio lavoro con gli occhi del mondo, io non ho nessuna garanzia a livello lavorativo e quindi niente di utile dal punto di vista materiale. Dall’altra parte e dalla mia prospettiva, so quanto sono fortunato e sono felice del mio lavoro, perché grazie a questo è stata messa a tema la mia umanità. Continuamente devo stare di fronte a ciò che è l’uomo e al significato della mia vita.

Inoltre di fronte alla precarietà materiale si fa sempre spazio la Provvidenza, perché tutto ciò che mi è necessario per vivere, Dio nostro Padre, non lo fa mai mancare!”

(Qua sotto vi condividiamo il volantino del prossimo spettacolo)

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